Rudolf Steiner, vita



Il testo che segue è tratto dal libro: Rudolf Steiner e l'Antroposofia (testo di Frans Carlgren, traduzione di Mario Betti) Ed. Goetheanum, Libera Università di Scienza dello spirito, Dornach/Svizzera

LA SOCIETA' ANTROPOSOFICA UNIVERSALE
Lo sviluppo dell'antroposofia - quarta fase dal 1923 fino alla morte di Rudolf Steiner (marzo 1925)

Quando il movimento antroposofico minacciò di perdersi in tanti gruppi separati poiché il contenuto centrale dell'antroposofia non veniva abbastanza approfondito, Rudolf Steiner individuò una sola via di uscita: la «madre», I'antroposofia, doveva diventare un'organizzazione sul piano fisico, per far fluire i suoi impulsi nei movimenti affiliati e per rivelarsi nella sua realtà spirituale, cioè come fonte ispiratrice di tutte quelle attività esteriori. Così, per poter essere all'altezza dei compiti futuri fu necessario fondare di nuovo la Società Antroposofica.

1. Il Convegno di Natale 1923

A Natale del 1923, ottocento membri venuti da ogni paese si riunirono a Dornach nell'angusto locale della falegnameria. Essi costituirono, con la loro presenza, il nucleo della «Società Antroposofica Universale», la cui «prima pietra» fu posta da Rudolf Steiner il mattino stesso di Natale. Con quell'atto penetrò nei cuori dei presenti un contenuto spirituale che, nella maniera più libera, li avrebbe uniti per sempre.
Ciò che essi sperimentarono fu espresso dal poeta svizzero Albert Steffen con le seguenti parole: «Quanti vi hanno partecipato sono profondamente certi che la morte non può impedire la realizzazione di questa mèta, ma che essa continua al di là della vita e della morte».

2. 'Posa della prima pietra' della Società Antroposofica Universale

Considerata come fenomeno sociale, questa nuova comunità ha qualcosa del tutto particolare nella sua impostazione. Da essa deve essere escluso ogni elemento burocratico o esageratamente amministrativo. Conformemente al contenuto spirituale che si è riversato in essa, la Società Antroposofica Universale deve essere un'istituzione in cui domini l'elemento umano puro, dove l'«importante» è il rapporto tra uomo e uomo. Perciò essa non può avere statuti con programmi, o obblighi restrittivi. I suoi principi devono essere, secondo l'espressione di Rudolf Steiner stesso, una «descrizione di fatti reali, che si evolvono come un essere vivente». La Società Antroposofica Universale è una istituzione che apre le proprie porte a tutti, «senza distinzione di nazionalità, di ceto, di religione, di concezione artistica o scientifica». È sufficiente «considerare giustificata l'esistenza di una istituzione come il Goetheanum di Dornach quale Libera Università di Scienza dello Spirito» (par. 4 dei principi). La qualità di membro non comporta altri obblighi di quelli che si assumono con se stessi.
La Società Antroposofica Universale, nonostante il suo carattere aperto, è una comunità dove ciascuno può cercare ciò che gli sta maggiormente a cuore. Nell'incontro con chi ha le medesime aspirazioni si può vedere l'antroposofia non solo come un «insegnamento» ma come Rudolf Steiner la descrisse una volta: un essere vivente che batte alla porta di ogni cuore umano e dice: «fammi entrare perché io sono te; perché io sono quanto di veramente umano è in te». Il lavoro antroposofico, in seno alla Società, deve far trovare a ciascuno l'antroposofia negli altri e in se stesso.

3. La Libera Università di Scienza dello Spirito

 

4. Le Sezioni della Università

 

5. La presidenza

Un elemento fondamentale della Società Antroposofica Universale è quello che risulta dal paragrafo 5 dei principi: «La Società Antroposofica riconosce come centro della sua attività la Libera Università di Scienza dello Spirito in Dornach. Essa consterà di tre classi a cui potranno, a richiesta, essere ammessi i membri della Societa dopo un periodo che verrà stabilito dalla direzione del Goetheanum». Il paragrafo 9 esprime il rapporto tra la Società e la Libera Università: «Scopo della Società Antroposofica sarà il favorire l'indagine spirituale; scopo della Libera Università sarà l'indagine stessa».
Colui che entra nella Libera Università prende su di sé la responsabilità «di essere un vero rappresentante dell'antroposofia di fronte al mondo». Le diverse attività scientifiche e artistiche della Libera Università furono ordinate in Sezioni. Dal carattere di questa nuova comunità risultò chiaro che la sua presidenza non poteva essere il solito consiglio di amministrazione. Ciò che Rudolf Steiner desiderava era «una presidenza capace di iniziative, intesa a dare impulsi e consigli e a porre il massimo valore sull'elemento personale umano fino nei minimi dettagli». A questo fine ne assunse lui stesso la presidenza e la direzione della Sezione di Antroposofia Generale. (Nella società fondata nel 1913 egli non fu nemmeno &endash;per essere esatti&endash; socio della stessa. Steiner vi era consigliere e maestro spirituale.)
Al suo fianco, cinque spiccate personalità costituirono il corpo della presidenza: il poeta svizzero Albert Steffen, che assunse la direzione della Sezione per le «Belle Scienze» (Schöne Wissenschaften); la signora Marie Steiner, direttrice della Sezione per le Arti della Parola e della Musica; la dottoressa olandese Ita Wegman, per la Sezione Medica; la dottoressa Elisabeth Vreede, pure olandese, direttrice della Sezione Matematico-Astronomica; il dott. Guenther Wachsmuth, tedesco, per la Sezione di Scienze Naturali.

6. L'opera di Rudolf Steiner nel 1924

Con la chiusura del Convegno di Natale, I'opera terrena di Rudolf Steiner raggiunse, nell'anno 1924, una straordinaria culminazione. In quell'anno egli continuò tutte le sue precedenti attività. Il numero delle manifestazioni aumentò ancora; anche per i movimenti affiliati. Rudolf Steiner tenne corsi di agricoltura, di pedagogia curativa, corsi speciali per medici, maestri, euritmisti, attori e sacerdoti della Comunità Cristiana. Così, nel mezzo di una continua, intensa attività, aveva cominciato a realizzare quanto si era proposto con il Convegno di Natale.
Come egli aveva promesso, la sua azione come presidente mostrò sempre l'elemento umano immediato; anche nei minimi dettagli, come, per fare un esempio concreto, quando Rudolf Steiner firmò personalmente le migliaia di tessere di socio che furono rilasciate dopo il Convegno di Natale.
Le sue attività di conferenziere ricevettero una nuova forza; imponenti, inaspettate conoscenze vennero sempre più alla luce. Una spiritualità trasfigurata si manifestava attraverso il suo essere.
Rudolf Steiner racconta che allora poté esprimere cose di cui non avrebbe potuto parlare prima. Egli parlò ancora più concretamente sulle ripetute vite terrene dell'uomo. Nelle «Conferenze sul Karma» il suo sguardo si posò sulle più segrete forze evolutive della storia: mostrò come le successive incarnazioni di alcune importanti personalità storiche, abbiano notevolmente influenzato la storia o come esse siano state in rapporto con l'evoluzione del I'umanità.
Inoltre cominciò a tenere, per i soci della prima classe, un insegnamento che aveva per scopo una più profonda disciplina interiore. Fu così che l'insegnamento superiore ricevette il carattere che ha mantenuto fino ad oggi. Il silenzioso consolidarsi della vita antroposofica si svolse tra movimentati avvenimenti esteriori ed interiori.

7. Culmine delle sue attività Settembre 1924

Nel 1924 Rudolf Steiner creò il bozzetto per il secondo Goetheanum e dovette sostenere una energica lotta per avere dalle autorità locali il permesso di costruire.
Intraprese anche lunghi viaggi all'estero tra cui uno in Inghilterra. Ovunque egli arrivasse trovava ad attenderlo comitati di ricevimento, reporters, comitive, sedute e incontri con personalità di primo piano; naturalmente anche attacchi da una parte della stampa. Tutto questo tumulto lo preoccupava ben poco, tutt'al più lo stancava. Ma non si lamentò mai, poiché aveva accettato tutte le conseguenze che avrebbero potuto derivare dai suoi viaggi.
Nel settembre 1924 la sua attivita raggiunse il culmine.
Tornato a Dornach, giorno per giorno vi tenne serie di conferenze: un corso per teologi (I'Apocalisse di Giovanni), un altro per sacerdoti e medici (la medicina pastorale), un terzo per attori (I'arte della parola e l'arte drammatica).
Due volte alla settimana parlava agli operai e agli artigiani che lavoravano per il Goetheanum. Per i soci teneva ogni sera nuove «conferenze sul Karma».
Sembrava che la necessità di donare ancora e sempre di più, si fosse talmente accresciuta da fargli varcare i limiti concessi alla resistenza fisica di un uomo.

8. Sguardo d'insieme

Gettiamo ora un'occhiata su quello che fu il suo lavoro durante l'ultima parte della sua vita. Nel corso degli anni lo Steiner si era sottoposto ad uno sforzo sempre più grave. Ogni nuovo movimento affiliato gli portava sempre più responsabilità e un maggior lavoro. Sembra che per lunghi periodi non abbia dormito che per qualche momento; non risparmiava la sua salute quando ciò si rendeva necessario.
Durante i vent'anni in cui esercitò la sua attività di conferenziere, non disdisse mai una sola conferenza. Un giorno salì sul podio affetto da pleurite.
In parte, è possibile contare la sua opera: una ventina di libri scritti dall'inizio del secolo, più un grande numero di scritti e articoli.
Le conferenze e i discorsi ammontano a circa 6.000. Le riunioni cui dovette presiedere sono innumerevoli.
Oltre a questi lavori abituali, Rudolf Steiner ne sostenne un altro di cui è impossibile stabilire la misura: le conversazioni private. Si andava a visitarlo in ogni circostanza e ad ogni ora, e non solamente di giorno.
Terminato il compito quotidiano, finita la conferenza serale, quando egli si accingeva al lavoro notturno, lo si attendeva ancora all'uscita per interrogarlo su problemi suscitati dalla sua conferenza. Nel 1922, per l'intera durata del Congresso di Vienna, si faceva la coda, giorno e notte, dalla hall dell'albergo dove abitava sino ai corridoi con la speranza di essere ricevuti. Si trattasse di una questione importante o di una cosa meramente personale (spesso anche meschina) quanti veramente desideravano avvicinarlo riuscirono ad avere un colloquio e ad avere suoi consigli. Non mancavano gli indiscreti che rubavano il tempo che a loro piaceva. Se si trattava di cose serie, Rudolf Steiner si prodigava interamente nella conversazione: ascoltava attentamente e si immedesimava nell'interlocutore; si può veramente dire che prendesse su di sé il destino della persona che gli stava davanti. Questo risultava chiaramente dalle sue risposte che mostravano quanto profondamente egli fosse penetrato col suo sguardo nell'intimo dell'altra personalità. Dovette così portare in sé, non soltanto cose piacevoli, ma anche pesanti sofferenze e angosciosi problemi. A ciò si aggiungevano gli attacchi incessanti che gli provenivano da avversari noti e nascosti.

9. La malattia

 

10. «La mia vita» «Massime»

Tutto questo lo rese malato.
Ai primi del 1924 soffriva già di una grave malattia che, tra le altre conseguenze, affievolì le sue funzioni di assimilazione. Il male si aggravò rapidamente.
Proprio nel settembre, quando il suo insegnamento raggiunse il più alto livello, la gente accorse ancora in maggior numero per chiedere il suo aiuto. Durante le tre settimane in cui tenne in media quattro conferenze al giorno, il portiere (come Marie Steiner racconterà) contò 400 visite private.
Fu Rudolf Steiner stesso a dire che le sue energie potevano far fronte ai compiti che egli si era proposto, ma non a quanto gli veniva richiesto da altri, cioè i colloqui privati. Questi, più che altro, contribuirono a minargli la salute.
Il 28 settembre tenne la sua ultima conferenza. Dopo, non poté più lasciare il letto. Tutte le testimonianze sono concordi nell'affermare che Rudolf Steiner, durante questa lotta sostenuta per anni contro la spossatezza che minacciava di sopraffarlo, mantenne sempre, sino nelle minime circostanze, un equilibrio completo e un signorile senso dell'umorismo. Il periodo di questa ultima malattia non lo trascorse in Dornach nella casa dove abitava, ma nel suo modesto studio, accanto al Goetheanum.
Non potendo più agire con la parola, continuò la sua opera con la penna. La sua corrispondenza raggiunse notevoli proporzioni; inoltre leggeva molti libri e ne scriveva lui stesso. Una gran parte della sua autobiografia («La mia vita») e la sua ultima esposizione antroposofica («Massime»), che rappresentano opere fondamentali, furono scritte in quel periodo. «La mia vita» ci fa conoscere non soltanto la vita dell'autore, bensì quella di tutta un'epoca; I'altra ci schiude vaste prospettive sulla conoscenza antroposofica dell'uomo e del cosmo.
Mentre le forze di Rudolf Steiner diminuivano inesorabilmente, accanto a lui si potevano udire i rumori dei martelli e delle macchine che provenivano dal cantiere. La costruzione del secondo Goetheanum era già iniziata.

11. La morte di Rudolf steiner

 

12. I cicli di conferenze

Ai piedi della statua del Cristo che egli stesso aveva scolpito, Rudolf Steiner spirò il 30 marzo 1925.
Possiamo dire senza esagerazione che l'opera da lui lasciata, sia nel genere che nella quantità, non ha uguali nella storia dell'occidente. Al momento della sua morte, due elementi essenziali della sua opera, che solo piu tardi dovevano rivelarsi in tutta la loro ricchezza, erano ancora poco conosciuti: i suoi cicli di conferenze e il bozzetto del secondo Goetheanum.
Ne parleremo ora brevemente.
Rudolf Steiner voleva, fin da principio, che le sue conferenze venissero ascoltate, non lette. Ogni conferenza si dirigeva a un determinato pubblico fornito di un particolare grado di conoscenza: era tenuta in circostanze precise, in un determinato luogo.
Non era raro il caso che Rudolf Steiner si dirigesse particolarmente ad uno o due ascoltatori, di cui voleva particolarmente considerare i problemi o il destino. Da tutto questo dipendevano in massima parte la tematica, lo stile, il tono delle sue conferenze.
Tuttavia, i soci che non avevano potuto udire le sue conferenze avevano il vivo desiderio di conoscerne il contenuto. Perciò cominciarono a circolare appunti. Si scoprì che essi contenevano non di rado gravi errori: allora si ricorse alla stenografia. I testi furono stampati con la riserva: «solo per i soci».
Steiner non aveva tempo di rivederli prima della stampa, meno ancora per riempirne le lacune. Dopo la prima guerra mondiale, quando il pubblico cominciò ad interessarsi sempre piu dell'antroposofia, capitò spesso che copie delle conferenze riservate ai membri fossero lette da persone che non appartenevano alla Società. Questo causò spesso equivoci e polemiche pubbliche.
Conforme al nuovo carattere della Società Antroposofica Universale, Rudolf Steiner si risolse ad un passo ardito ma necessario: autorizzò la stampa dei cicli di conferenze sino allora tenute, prendendo una sola misura per proteggere i testi contro qualsiasi giudizio erroneo. Stabilì che ogni esemplare fosse munito della seguente nota: «Manoscritto stampato per i membri della Libera Università di Scienza dello Spirito (Goetheanum). Nessuno può esprimere un giudizio competente su questa opera se non avrà acquisito una preliminare conoscenza degli insegnamenti impartiti in questa Università, sia direttamente, sia in maniera da essa approvata. Gli autori non intendono accettare alcuna discussione sui giudizi che potrebbero venire emessi sull'opera stessa».
L'intenzione di Rudolf Steiner fu che da allora tutta la sua opera venisse edita tramite la Casa Editrice Filosofico-antroposofica che, nel 1924, fu annessa alla Società.

13. Il secondo Goetheanum

In occasione del Convegno di Natale 1923, Rudolf Steiner fu in grado di compiere un altro passo. Per la prima volta i soci appresero dei particolari sull'idea del secondo Goetheanum.
Questo nuovo edificio doveva essere come un ricordo del primo Goetheanum; però, visto l'ampliamento del lavoro antroposofico, doveva anche avere maggiori dimensioni. La forma doveva corrispondere al materiale impiegato: il cemento armato.
Dopo un anno, il modello delle forme esterne era pronto. Un grande gesto accompagna l'edificio da est verso ovest, con forme prima raccolte, che sempre più si articolano in un ricco linguaggio di superfici concave e convesse.
La malattia gli rese impossibile curarne i dettagli, ma dal suo letto poté dare consigli e indicazioni agli architetti.
L'edificio era stato iniziato nella primavera del 1925. Al momento della morte di Rudolf Steiner c'erano soltanto le fondamenta. Presto si levarono le intelaiature per le complicate forme di cemento. Nel 1928, dopo quattro anni di lavoro, la costruzione era così avanzata che poté già essere in gran parte utilizzata. Negli anni che seguirono, il lavoro fu continuato.

14. A continuazione dell'opera di Rudolf Steiner

Il lettore che ha seguito quanto è stato esposto finora potrà domandarsi: dove sono oggi i discepoli di Rudolf Steiner, e che cosa fanno?
Sia nell'ambito della Società Antroposofica Universale che per il pubblico il Goetheanum è considerato tuttora il centro del lavoro antroposofico come Rudolf Steiner aveva desiderato.
Ogni anno il Goetheanum è mèta di migliaia di persone che vengono per partecipare a manifestazioni artistiche e scientifiche, per approfittare delle possibilità di studio offerte dalle diverse sezioni dell'Universita, oppure solo per visitare l'edificio.
In Germania, dopo la seconda guerra mondiale, il lavoro antroposofico è rifiorito velocemente; un'attività particolarmente intensa si svolge a Stoccarda, dove molti movimenti affiliati hanno costruito le loro sedi e hanno edificato una «Casa Rudolf Steiner» come centro di cultura.
Importanti centri di attività antroposofica si trovano in altre nazioni europee e negli Stati Uniti d'America. Nella maggior parte delle nazioni civili, dove un lavoro antroposofico pubblico è reso possibile, esistono «Società di paese» affiliate alla Società Antroposofica Universale.
È possibile trovare discepoli di Rudolf Steiner in quasi tutto il mondo.
Sia che essi studino, pensino, indaghino oppure meditino, sia che pratichino l'arte della parola, I'arte drammatica o l'euritmia; siano essi poeti, musicisti, compositori, pittori, intagliatori, scultori o architetti; siano essi attivi in campo pedagogico, medico, sperimentale, oppure siano essi agricoltori: tutti sono uniti da una profonda riconoscenza verso il loro maestro. Poiché è stato lui a preparare instancabilmente quella via, lunga e difficile, che dalla sfera limitata della coscienza comune porta oltre, nelle alte regioni della conoscenza spirituale. Con i fatti ha mostrato che in quelle regioni risiedono, per chi le raggiunge, inesauribili fonti creative. Nel costante, giornaliero sforzo per raggiungere questa mèta, i continuatori della sua opera hanno scoperto il vero senso della vita.

FINE


Per approfondimenti, leggere:

"La mia vita" di Rudolf Steiner, Editrice Antroposofica